Probabilmente sai bene cosa significa cedere alla tentazione di mangiare come un forsennato e non riuscire a smettere di abbuffarsi…
È come se qualcosa di irrefrenabile spingesse verso il frigorifero… E non ci si riesce a trattenere dall’ingurgitare qualsiasi cosa capiti sotto mano.
Oppure a tavola, al termine del pranzo o della cena, quando tutti hanno terminato di mangiare, non si riesce a smettere di tagliare un’altra fettina di formaggio…
⇒ Ora più che mai, che siamo chiusi in casa, ci troviamo spesso a cucinare per spezzare la monotonia o per coinvolgere i figli in attività piacevoli.
Risultato? Una grande abbondanza di piatti pronti, come dolci, pane, pizze, che rappresentano una fortissima tentazione… ogni morso diventa dopo però un rimorso!
Il senso di colpa aumenta con la frustrazione e l’auto-disistima, finché ci si ritrova al punto in cui un’altra abbuffata sembra l’unica soluzione per mettere a tacere le emozioni negative che si accavallano.
Si innesca così un circolo vizioso fatto di ripercussioni negative non solo sulla linea, ma anche sulla salute fisica, mentale ed emotiva: quello che gli studiosi del comportamento alimentare definiscono EATING EMOZIONALE o più comunemente conosciuto come “fame nervosa”.
Cosa sta succedendo?
Quello che si sente non è mai “vera fame”: è un impulso che parte dalla testa e non dallo stomaco, è il cervello ad essere affamato, spinge a mangiare in modo compulsivo i cibi “consolatori”, che sono quasi sempre poco salutari e molto calorici.
Come uscire dal circolo vizioso?
La soluzione si trova nel riuscire a capire quali sono gli stati d’animo che portano a consumare il cibo come sfogo emotivo.
Prova a riconoscere qual è la situazione in cui ci ritroviamo più spesso:
1️⃣ Ansia, agitazione e nervosismo fanno scattare un’autocritica “sotterranea” che indebolisce, rende insicuri e induce a rifugiarsi nel cibo come ancora di salvezza.
Cibo = Ricompensa = Consolazione
Un’equazione quasi istintiva, perché l’amore materno passa attraverso il nutrimento fisiologico. Ecco che quando si è in difficoltà, il cibo diventa un nutrimento dell’animo e viene scambiato per una fonte di amore e gratificazione.
In queste circostanze, si fa ricorso a cibi che “si sciolgono” come cioccolatini, caramelle, mentine, oppure a bevande come bibite, cappuccino, alcolici, o ancora a dolci cremosi come gelati, budini, dolci alla crema.
Consumare cibi che “si sciolgono” è come cercare inconsciamente di far fluidificare e svanire le tensioni, i disagi interiori. Il primo “sedativo” naturale d’altronde è stato il latte materno: una bevanda calda e dolce.
2️⃣ Tristezza, noia, malinconia, delusione, nostalgia, preoccupazione, solitudine provocano un pesante senso di vuoto interiore e il cibo diventa un vero e proprio “riempitivo”.
In genere in questi casi si riesce a mangiare di tutto di più, anche a discapito del gusto, tipo una pizza, del cioccolato e ancora la pastasciutta della sera prima fredda e scotta.
3️⃣ La rabbia, soprattutto quando si “ingoia”, cioè si trattiene, si reprime e non si sfoga porta come unica “via di fuga” ai cibi consolatori che aiutano ad “addolcire l’amaro in bocca”. Quali? Quelli da addentare, masticare vigorosamente, sgranocchiare e mordere. (LINK ART. PERCHÈ AMI CIBI SPAZZATURA).
Alcune dritte generali per sconfiggere la fame nervosa:
- Concentrarsi sul menù alimentare (VIDEO: l’IMPORTANZA DELL’EDUCAZIONE ALIMENTARE) fatto di alimenti sani e magari preparati in casa:
▸ limitare il consumo di farina bianca, alternandola alle farine integrali, e mangiare con moderazione tutto ciò che è ricco di grassi e zuccheri e ovviamente le carni lavorate e trasformate.
- Imparare a riconoscere i falsi stimoli del cervello per placare le voglie per non rischiare di ingrassare.
Se si pensa che la fame nervosa sia causata dallo stress, in primo luogo è importante identificare l’elemento di stress e adottare un piano per affrontarlo:
▸ Evitare di sfamarsi con cibi ipercalorici: provare a farli sparire dalla dispensa, dalla vista (LINK VIDEO PROTEINE MANIA).
▸ Cercare dei rimedi antistress, bastano 5-10 minuti di una qualsiasi attività piacevole, che sposti l’attenzione dal cibo. Qualche idea?
Concedersi un bagno caldo, chiamare un’amica, impiegare il tempo in un’attività creativa.
Mente e Cibo, come sfuggire alla trappola del cibo spazzatura e vincere la sfida del “cervello affamato” (LINK VIDEO: COME SFUGGIRE ALLA TRAPPOLA DEL CIBO SPAZZATURA E VINCERE LA SFIDA DEL CERVELLO AFFAMATO).
dove affronterò nello specifico quali sono i momenti vulnerabili e le situazioni in cui ci possiamo ritrovare e riconoscere. In questo modo darò per ognuna/o dei consigli su come affrontarle senza incorrere nel cibo consolatore.
Guarda anche il video: L’IMPORTANZA DELL’EDUCAZIONE ALIMENTARE.
TI auguro una serena giornata,
Cheti
Titolare Centro Specializzato sul Dimagrimento ed Estetica Avanzata – Pramaggiore
P.S.
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